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Il motivo principale per cui le boutique cessano la loro attività è la posizione geografica. Non a causa di un ufficio acquisti terribile, il maltempo o un dipendente incapace. È la location.

I soldi che pensate di risparmiare sull’affitto per un negozio fuori dal sentiero battuto, dietro l’angolo, al piano superiore, al piano inferiore, per uno spazio piccolo… capirete questi soldi risparmiati li spenderete in pubblicità, sugli sconti, sulle promozioni, sulle location off-site.

È necessario attendere e ricercare per trovare la posizione giusta.

Come possiamo sapere qual è il luogo giusto?

La prima cosa che dobbiamo fare è dare un’occhiata al quartiere dello shopping. Un quartiere commerciale è molto diverso da un quartiere turistico. Citiamo questo esempio: il Colosseo a Roma. Potremmo darvi tutti i dati demografici sui visitatori del monumento più famoso d’Italia: milioni di persone che attraversano quell’angolo di terra ogni anno.

Ci sono un sacco di dati demografici legati ai consumi, e lì intorno trovate alberghi costosi da €600 a notte, ma tutto questo non è traffico di shopping. Le persone non vanno in quel luogo per comprare un vestito o una borsa, al massimo compreranno qualcosa di turistico o tipico della città.

Il migliore indicatore per capire se sia una buona idea aprire un negozio in una zona particolare, è osservare che tipo di borse hanno con sé le persone che frequentano quella zona. Mettiamo caso che tu voglia aprire una boutique di abiti ricercati. Se gli individui che percorrono quella strada hanno sacchetti di grandi catene come H&M o Zara, oppure borse di brand mainstream, forse quella zona non è adatta per il tuo tipo di negozio. Bisogna stare attenti a questo tipo di particolari, perché potrebbero diventare fattori di fallimento (o di successo) per il tuo negozio.

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Un altro elemento a cui prestare attenzione sono gli agenti immobiliari. Ricorda che non sono tuoi amici. Stanno facendo il loro lavoro, cioè vendere o affittare proprietà. Possono consigliarvi di posizionarvi  vicino al supermercato, all’ufficio postale, alla banca, ad un ristorante popolare, e sì, tutti questi luoghi hanno tanto traffico, ma non è traffico da shopping. Pensate all’ultima volta che siete andati al supermercato, all’ufficio postale, in palestra, o anche nel vostro ristorante preferito. Quante volte sei andato lì per fare una commissione o la spesa, e poi hai pensato “Va bene, ora ho intenzione di fare shopping!”. Fidati: nessuna. Immagino che tu non voglia essere quel negozio che tutti vedono perché in un’aerea trafficata, ma dove nessuno ha il tempo di andare.

Un consiglio da seguire, anche se può risultare difficile perché i negozianti non sono sempre così amichevoli, è parlare con altri rivenditori. Scoprite come ci si adatta all’economia locale. Scoprite come si potrebbero integrare altri negozi rispetto a quelli già esistenti. Se andassi da GAP o da Mango, riusciresti a farti dare un po’ di idee da qualcuno dei dipendenti su quando c’è il picco di visitatori, su come va l’attività, che tipo di negozio hanno e anche altre informazioni interne.

Per questo è molto utile utilizzare l’antropologia, in particolare l’etnografia urbana applicata al retail, per studiare i luoghi e come le persone li vivono. Questo è un investimento sicuramente da fare che potrebbe farti risparmiare migliaia di euro ed evitare la scelta sbagliata. Perché come si dice: per sbagliare c’è sempre tempo!

L’ultima cosa è pensare a come si potrebbe integrare l’ambiente di vendita al dettaglio. Solo perché tutti in quel quartiere hanno un negozio di scarpe, o in questo momento negozi di cupcake o di frozen yogurt sono così popolari, non significa che stanno facendo soldi. Ricorda che l’obiettivo primo del tuo business è quello di farti guadagnare dei soldi.  Parte di questo guadagno riguarda la posizione.

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